L’ecopsicologia, un campo interdisciplinare in crescita che fonde psicologia ed ecologia, ha guadagnato sempre più attenzione negli ultimi anni grazie alla crescente consapevolezza dell’importanza dei legami tra l’essere umano e l’ambiente naturale che lo circonda e si propone di esaminare come la relazione tra l’individuo e la Natura influenzi il benessere psicologico e del Pianeta stesso.
Le origini dell’ecopsicologia
L’origine dell’ecopsicologia risale agli anni ’70, quando si iniziò a riconoscere l’impatto che la crescente alienazione dalla Natura stava avendo sulla salute mentale e il benessere umano. Le persone si trovavano immerse in ambienti urbani, lontane dalla connessione diretta con la Natura, e si manifestava un crescente disagio psicologico correlato a questo distacco. Negli stessi anni i movimenti ambientalisti iniziarono a manifestare preoccupazioni sempre più forti riguardo all’inquinamento, alla perdita di biodiversità e agli impatti dell’attività umana sull’ambiente.
È Theodore Roszak nel suo libro “The Voice of the Earth” (La Voce della Terra), pubblicato nel 1992, a introdurre il termine “ecopsicologia” e ad avviare un lavoro di ricerca per esplorare il legame profondo tra la psicologia umana e l’ambiente naturale, ponendo le basi per i successivi sviluppi della disciplina. Grazie a questo approccio transdisciplinare l’ecopsicologia è considerata il ponte tra due giovani scienze, psicologia ed ecologia, che oggi più che mai cooperano per affrontare questioni planetarie.
L’ecopsicologia, infatti, riconosce che il benessere umano è profondamente intrecciato con la salute del nostro Pianeta e allo stesso tempo che coltivare il benessere personale, ripristinare la connessione naturale e sviluppare una maggiore consapevolezza ambientale può avere effetti positivi non solo sulle persone, ma sull’intero ecosistema.
La connessione tra essere umano e Natura
Edgar Morin, filosofo e sociologo francese, ha contribuito in modo significativo allo sviluppo dell’ecopsicologia attraverso le sue riflessioni sull’interconnessione tra l’essere umano, la società e l’ambiente naturale. Il suo pensiero trasversale ha fornito nuove prospettive per comprendere la complessità delle sfide ecologiche e il ruolo dell’essere umano all’interno di questo contesto. Uno dei principali contributi di Morin è quello di aver introdotto il concetto di “pensiero complesso“, che cerca di superare le divisioni e le semplificazioni e abbraccia l’idea che il mondo naturale e sociale sia intrinsecamente interconnesso.
Uno dei concetti chiave dell’ecopsicologia è proprio quello di “connessione naturale“. Questa idea suggerisce che gli esseri umani hanno un’intima affinità con il mondo naturale, radicata nella nostra storia evolutiva. Quando siamo in contatto con la Natura, sperimentiamo una serie di benefici psicologici, come riduzione dello stress, miglioramento dell’umore e aumento della creatività. La Natura agisce come un rifugio, un luogo dove possiamo ritrovare la calma interiore e il senso di appartenenza.
Tuttavia, il mondo moderno ci ha allontanato sempre di più da questa connessione. La vita urbana, la tecnologia pervasiva e l’accelerazione del ritmo della vita hanno contribuito a un’estraneazione crescente dalla Natura, contribuendo a un crescente malessere e ad un aumento dei disturbi quali l’ansia e la depressione.
L’ecopsicologia si pone l’obiettivo di reintrodurre l’esperienza della Natura nella vita delle persone, attraverso attività e interventi che favoriscano la connessione naturale e il benessere psicologico, ed esplora come l’ambiente influenzi la nostra mente e la nostra psicologia.
Da ego a eco: noi siamo Natura
Tra i primi a sottolineare la profonda connessione tra l’uomo e l’ambiente naturale, James Lovelock è noto per aver formulato negli anni ’70 la teoria di Gaia, in onore della divinità greca della Terra. La teoria di Gaia è un modello concettuale che vede la Terra come un organismo vivente interconnesso, che regola attivamente le sue condizioni ambientali per mantenere la vita: è questo il concetto fondamentale che enfatizzata la complessità e l’interconnessione della vita sulla Terra e che esprime nel motto “noi siamo natura” la sua essenza.
Un paio di decenni più tardi Fritjof Capra, noto fisico teorico e autore, ha portato il suo background scientifico nell’ambito dell’ecologia e della filosofia, offrendo nuove prospettive sulla connessione tra scienza e spiritualità. Il suo libro “The Web of Life” (La Rete della Vita), pubblicato nel 1996, ha esplorato il concetto di ecologia dei sistemi e ha evidenziato come gli esseri viventi siano interconnessi e interdipendenti all’interno di sistemi complessi, sottolineando come questa visione della vita possa influenzare profondamente il nostro modo di comprendere noi stessi, la società e l’ambiente.
Una delle fondamentali premesse dell’ecopsicologia è infatti che l’essere umano è parte integrante della Natura, non separato da essa. Questo concetto contrasta con la visione antropocentrica che ha dominato per secoli, spingendoci a considerare la Terra come una risorsa da sfruttare piuttosto che un ecosistema da preservare. L’ecopsicologia ci invita a riflettere sulle conseguenze di questa visione distorta e a riscoprire la nostra connessione innata con la Terra, promuovendo una visione ecocentrica più che egocentrica.
Tra gli autori di riferimento di questa disciplina contributi di rilievo vengono da Arne Naess, conosciuto per aver coniato il termine “deep ecology” (ecologia profonda) e per aver sviluppato la filosofia ad essa associata. La sua visione dell’ecologia profonda è basata sull’idea che ogni forma di vita ha un valore intrinseco e che la biodiversità e l’equilibrio ecologico sono essenziali per il benessere dell’intero Pianeta. La sua opera “The Deep Ecology Platform” (La Piattaforma dell’Ecologia Profonda) ha delineato otto principi fondamentali che guidano questa filosofia, compresa la critica alle strutture sociali e tecnologiche che danneggiano l’ambiente.
Ognuno di questi autori ha contribuito in modo significativo all’evoluzione dell’ecopsicologia. Le loro opere hanno spinto avanti la comprensione della relazione tra gli esseri umani e la Natura, promuovendo consapevolezza ecologica e offrendo prospettive che si basano sulla riflessione filosofica, la scienza e l’analisi psicologica. Grazie ai loro contributi, si è sviluppata una consapevolezza più profonda dell’importanza di connettersi con l’ambiente naturale per il benessere psicologico e per la salvaguardia del Pianeta.
L’ecopsicologia in pratica
Le applicazioni pratiche dell’ecopsicologia coprono una vasta gamma di settori e hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana, sul benessere personale e sull’ambiente.
L’ecopsicologia può svolgere un ruolo significativo nel migliorare il benessere personale attraverso una connessione più profonda con la Natura e una maggiore consapevolezza di sè. Trascorrere tempo nella Natura, praticare la mindfulness all’aperto o partecipare ad attività ad orientamento ecopsicologico favorisce la serenità e aiuta a ridurre lo stress e l’ansia. L’ambiente naturale offre un’atmosfera rilassante che favorisce il rilassamento e il benessere mentale e la Natura offre uno spazio sicuro e rasserenante per esplorare le proprie emozioni facilitando presenza, concentrazione, apertura e l’ampliamento della visione da ego a eco, favorendo così un senso più profondo di appartenenza e di scopo nella vita.
Altra applicazione pratica è nell’ambito dell’istruzione ambientale. L’ecopsicologia fornisce una base teorica per sviluppare programmi educativi che incoraggiano la consapevolezza ecologica e la responsabilità ambientale. Le scuole possono utilizzare queste prospettive per insegnare ai giovani l’importanza della Natura e della sostenibilità, aiutandoli a diventare cittadini più consapevoli e impegnati nel preservare l’ambiente.
Lo stesso è auspicabile venga promosso anche da organizzazioni e aziende, che possono inoltre coinvolgere le risorse in attività volte a creare una cultura aziendale sostenibile, favorire il benessere e le relazioni autentiche affidandosi a professionisti che oltre a fornire i più classici servizi di consulenza, formazione, coaching o counseling, siano in grado di integrare tali professionalità con competenze ecopsicologiche e creatività, per tracciare percorsi innovativi e ad impatto positivo per sé, la società e il Pianeta.
Oggi l’ecopsicologia ha applicazioni importanti anche nell’ambito della pianificazione urbana e della progettazione ambientale. Questo campo promuove la creazione di spazi urbani più verdi, sostenibili e centrati sull’essere umano. Le città possono integrare aree verdi, parchi e spazi aperti per promuovere la connessione delle persone con la Natura, migliorando così la qualità della vita urbana e riducendo l’inquinamento.
In definitiva, le applicazioni pratiche dell’ecopsicologia si estendono a diversi settori e contribuiscono a creare una società più consapevole, perché l’ecopsicologia è innanzitutto un sentirsi parte e divenire parte attiva del cambiamento.
Io e l’ecopsicologia
Non so ancora se io ho cercato l’ecopsicologia o lei ha incontrato me. Semplicemente, a fine 2019 sapevo che ero molto diversa da quella che ero stata fino ad allora e che per essere congruente con il mio sentire dovevo percorrere strade diverse. Mi sono licenziata da un lavoro nel quale mi sentivo stimata e che mi ha fornito un bagaglio professionale notevole e ho iniziato a disegnare le mie attività future, coniugando ciò che sapevo fare, quello che mi rendeva felice e ciò che pensavo potesse essere utile anche ad altri.
Sono stati mesi di fermento, creatività ed entusiasmo. Il fatto che di lì a poco fossimo nel bel mezzo di una pandemia mondiale mi ha certamente messa alla prova, e allo stesso tempo confermato che stavo scegliendo la cosa meno scontata e più giusta per me: svolgere l’attività di formatrice e counselor coniugandola alla passione per la Natura e allo stile di vita che la barca a vela sa offrire.
Per approfondire quanto di nuovo stava emergendo ricordo che una delle mie prime ricerche su Google è stata: “counseling in spiaggia”. È con questa ricerca apparentemente strampalata che ho conosciuto Ecopsichè – Scuola di Ecopsicologia Applicata fondata in Brianza nel 2004 da Marcella Danon, psicologa e giornalista che ha condiviso, tra le altre, esperienze formative con alcune delle personalità più note nell’ambito delle visioni emergenti, come Fritjof Capra e Joanna Macy, e Bruno Gentili, fisico ed esperto di complessità. È bastata una telefonata con Marcella e in un attimo tutto è stato chiaro, ciò che sentivo e che doveva entrare a far parte della mia vita, professionale e non, aveva un nome: ecopsicologia.
Nel 2021 mi sono diplomata in Ecotuning – esperta in facilitazione alla riconnessione con la Natura certificata dall’International Ecopsychology Society e da allora le esperienze che propongo rispettano la visione ecopsicologica e sono volte a creare impatti positivi. Non le conosci? Quelle disponibili le trovi qui (e altre saranno a breve disponibili!)